Come sapete, la sottoscritta ha passato 5 e dico ben 5 anni della sua vita a studiare all'università La Sapienza, prendendo non una, ma ben due lauree in cinema.
In realtà non che le abbia usate tipo pane per fare la famosa scarpetta, diciamo più che altro, che mi sono servite solo per poter usare leggittimamente la parola"dottore".
Mi femo qui...
Settimana scorsa sono andata al cinema a vedere un film che dalla locandina mi attirava tantissimo. E, posso dire che ne è valsa la pena.
Sì, lo so che Ella parla solo di libri, ma il sito è mio e parlo di ciò che voglio. Non sono una testata giornalistica e mai lo sarò. Ma il mondo è bello perchè vario e ognuno è libero di scrivere ciò che vuole.
Perché questo film di cui vi parlo ha attirato così tanto la mia attenzione?
Prima di tutto il manifesto trovato un pò ovunque per Roma. Mi ricordava un fumetto e poi, il titolo. Pitza e Datteri è tutto un programma. Mi attirava così tanto che sono andata a cercarmi la trama sul web. E solo dopo averla letta mi sono detta "Ok, questo flm fa per me". e credo anche per voi.
Venite a scoprire il perché
TRAMA
La pacifica comunità musulmana di Venezia è stata sfrattata dalla sua
moschea da un’avvenente parrucchiera che la trasforma in un salone di
bellezza. Viene chiamato in soccorso un giovane e inesperto Imam afghano
per riprendersi il loro luogo di culto. Tutti i loro goffi tentativi
falliscono comicamente, ma alla fine troveranno un luogo e un aiuto da
chi non avrebbero mai pensato.
Una divertente storia di integrazione multiculturale in cui spiccano
Bepi, un veneziano convertitosi all'Islam (interpretato dal friulano
Giuseppe Battiston), il giovanissimo Imam Saladino (Mehdi Meskar,
calabrese-magrebino-parigino cresciuto a Treviso), la splendida
parrucchiera Zara (la franco-africana Maud Buquet), il “presidente”
della comunità Karim (il pakistano Hassani Shapi), la musulmana
progressista Fatima (l’italo-africana Esther Elisha) e il curdo Ala (il
siciliano Giovanni Martorana).
Il tutto è ambientato a Venezia, storico incrocio tra Oriente e
Occidente, luogo ideale per questo racconto dei nostri giorni, di
scambio culturale e d’integrazione.
E tra le torri, come minareti, cupole e preziosi mosaici, echeggiano i
suoni multietnici dell’Orchestra di Piazza Vittorio, in una Venezia
tutta da scoprire...
Al limite del paradosso un italiano convertitosi all'islam che tenta di fare un digiuno quando in realtà non ci riesce. E da qui il titolo DATTERO. Una donna, chiramente non italiana, che nel giusto o sbagliato che sia apre un'attività commerciale in un ex luogo di culto. Un negozio di parrucchiera che per antonomasia è il luogo del pettegolezzo e delle chiacchiere tra donne.
Una comunità che vede sparire il proprio luogo di culto e tenta di riapproppiarsene in tutti i modi o meglio di farla pagare alla famosa donna.
Una colonna sonora AD HOC che bene si amalgama alle scene e allo spirito di "integrazione".
Un omaggio, anche se burlone, al film Psyco di Alfred Hitchcock. Il risultato è la risata assicurata.
La conoscenza di un mondo a noi occidentali sconosciuto. Svela i piccoli misteri dell'Islam e dimostra che in fondo viviamo tutti di intolleranze e pregiudizi che cadono però come sabbia al vento.
Un titolo più azzeccato non lo si poteva trovare. Ecco cosa combina una semplice ordinazione fatta da imam.
Insomma a me è piaciuto.
A tal poroposito ho fatto una lista di 10 buoni motivi per andarlo a vedere.
1 Ricorda la commedia all'italiana. Si ride, ci si rispecchia nei personaggi anche se di altri paesi e di altre culture.
2 Il paradosso delle situaizoni. Una parrucchiera che vuole aprire un negozio al posto di una moschea.
3 L'arte di arragiarsi sbarca oltre il bel paese. Tutto è mondo è paese quando si tratta di dover far valere i propri diritti e i propri interessi.
4 C'è sempre un buono, un brutto e un cattivo. Io so chi sono, ma lascio a voi la scelta di scegliere i vostri. Dopottutto che gusto c'è se vi svelo tutto io.
5 E' ambientato nel nostro paese. A Venezia per l'esattezza. Sapete quanto io mi prodighi per il MADE IN ITALY
6 Si parla di integrazione e già questo deve far riflettere, sempre però in chiave umoristica.
7 Le donne del film sono l'elemento portate. E' grazie a loro e contro di loro che le vicenda si snoda. Ma cosa fondamentale loro sono parte della struttura narrativa della commerdia all'italiana.
8 Si gioca tutto sullequivoco e l'incomprensione.
9 La Pizza.
10 Il decimo motivo lo lascio a voi...
Spero che questa mia nuova piccola rubrica abbia catturato il vostro interesse.
*Vi ricordo che la mia non è una recensione vera e propria è più che altro il giudizio di una spettatrice.
Ella
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