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13 nov 2016

Il primo fiore di zafferano di Laila Ibrahim


Di rencente ho terminato una lettura meravigliosa. La prima volta che ho visto la cover di questo libro ho pensato a quanto fosse tenera  e significativa; la mano di una bambina bianca e quella di una persona di colore. La mia fantasia ha iniziato a galoppare.
Improvvisamente mi sono ricordata di un paio di film che mi sono rimasti nel cuore.
Non che il libro assomigli in tutto a questi film, ma chi li ha apprezzati può capire che cosa intendo.
Le regole della casa del sidro, per lo schiavismo
Il colore Viola, per la figura della donna, soprattutto di quella di colore.
La lunga strada verso casa, il rapporto tra una collaboratrice domestica di colore, che si ritrova a fare da madre a una  bambina bianca di cinque anni.
Quest ultimo, poi,  è quello che si avvicina di più per quello che riguarda il rapporto tra una donna di colore e una bambina bianca che vede nella donna una figura materna, e comprende tanto pi le sta vicino, quanto possa far male il razzismo ed essere ingiusto il razzismo. 


SINOSSI
Nella Virginia delle grandi piantagioni e degli schiavi, la piccola Lisbeth Wainwright, primogenita di una ricca famiglia, è affidata fin dalla nascita alla balia Mattie, la schiava di colore costretta a separarsi dal figlioletto per accudire la neonata dei padroni. Tra le due si instaura un rapporto di grande affetto e complicità, che permette alla bambina di crescere nell’amore che i genitori non sono in grado di darle.
Mr. Wainwright è un padre insensibile e un convinto schiavista, Mrs. Ann è una madre fredda e attenta solo alle convenzioni sociali. Saranno Mattie e gli altri schiavi a colmare il vuoto affettivo della piccola Lisbeth, a mostrarle il vero valore delle cose e delle persone.
Mattie accompagna Lisbeth nella propria maturazione personale – da piccola di casa a giovane debuttante – e nella scoperta delle bellezze e dei dolori del mondo. Ma un legame talmente forte tra due realtà così diverse non sarà immune dai pericoli di un’epoca segnata dall’ingiustizia. Se Mattie dovrà affrontare fino in fondo la crudeltà dello schiavismo, Lisbeth imparerà a conoscere un senso della vita che le farà sfidare le convenzioni di quegli anni.


Il primo fiore di zafferano ti entra dentro come una storia tramandata da generazioni in generazione.
Non è solo la storia di un legame, è la storia di un'epoca, la fine dell'800 in cui lo schiavismo è fortemente radicato tra le persone. 
Perché se sei nero, sei inferiore. 
Ma è anche la storia di due donne che si amano e si completano durante l'arco di vent'anni.  Mattie e Lisbeth, una schiava, l'altra la figlia dei padroni. 
Attraverso il racconto dettagliato dell'autrice comprendiamo quanto la figura di Mattie sia fondamentele nella vita di Lis al punto da considerarla una madre. 

Su questo libro potrei dire tante cose, ma alla fine il nocciolo di tutto è il legame "materno" non biologico che supera ogni barriera: di colore della pelle, di spazio, di tempo, di pregiudizi e di tante altre cose.

Leggetelo, e ditemi quale emozioni vi ha trasmesso.

Ella




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