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5 apr 2017

13 di Jay Asher - Doppia recensione libro e serie tv


Per scrivere questa recensione ho dovuto aspettare qualche giorno. Solitamente le scrivo poco dopo aver finito il libro, così che le emozioni e i ricordi siano ancora vivi, ma con questo libro ho dovuto riflette. Una volta chiuso il mio kindle, ero invasa dalla rabbia e dalla delusione. Rabbia per la scelta di Hannah e delusa perché il libro non era come me lo aspettavo. Alla fine ho deciso di vedere anche la serie tv targata Netflix e dare un parere su entrambi.

"Ciao a tutti. Spero per voi che siate pronti, perché sto per raccontarvi la storia della mia vita. O meglio, come mai è finita. E se state ascoltando queste cassette è perché voi siete una delle ragioni. Non vi dirò quale nastro vi chiamerà in causa. Ma non preoccupatevi, se avete ricevuto questo bel pacco regalo, prima o poi il vostro nome salterà fuori... Ve lo prometto."
Quando Clay Jensen ascolta il primo dei nastri che qualcuno ha lasciato per lui davanti alla porta di casa non può credere alle sue orecchie. La voce che gli sta parlando appartiene a Hannah, la ragazza di cui è innamorato dalla prima liceo, la stessa che si è suicidata soltanto un paio di settimane prima. Clay è scolvolto, da un lato non vorrebbe avere nulla a che fare con quei nastri. Hannah è morta, e i suoi segreti dovrebbero essere sepolti con lei. Ma dall'altro il desiderio di scoprire quale ruolo ha avuto lui nella vicenda è troppo forte. Per tutta la notte, quindi, guidato dalla voce della ragazza, Clay ripercorre gli episodi che hanno segnato la sua vita e determinato, in un drammatico effetto valanga, la scelta di privarsene. Tredici motivi, tredici storie che coinvolgono Clay e alcuni dei suoi compagni di scuola e che, una volta ascoltati, sconvolgeranno per sempre le loro esistenze.
Con più di due milioni e mezzo di copie vendute soltanto negli Stati Uniti, Tredici, romanzo d'esordio di Jay Asher, è da dieci anni uno dei libri più letti dai ragazzi americani.

RECENSIONE LIBRO

Il libro tratta argomenti molto delicati, come il suicidio e il bullismo e l’idea di far sapere ai diretti interessati perché Hanna ha deciso di togliersi la vita poteva essere sviluppata molto meglio. Il fatto è che nel libro abbiamo Clay, una delle 13 persone che riceve i nastri, che racconta la storia. Clay è un ragazzo emarginato, invisibile per tutti e l’unico capace di portare un piccolo sorriso sul viso di Hanna. Le altre 12 persone sono dei veri e propri bulli, persone cattive, persone che sparlano, opportuniste, egoiste... persone che hanno davvero fatto del male ad Hannah. Allora perché l’autore non ci ha fatto conoscere il loro punto di vista? Com’è andata a finire la storia? Hanno pagato per le loro azioni? Si sono sentiti in colpa almeno un po’? Invece il nulla. Semplicemente finisce. Un libro del genere poteva essere davvero di impatto. Ricordare a chi lo legge che ogni singola frase, atteggiamento che per noi non è importante, per gli altri lo è. Com’era quella frase? “Ogni persone che incontri sta combattendo una battaglia. Sii gentile. Sempre”. Questo è quello che avrebbero dovuto fare quelle 13 persone con Hannah. Ma non pensate che sia innocente, perché anche lei ha fatto cose di cui si è pentita e che le hanno gettato un bel peso sulla coscienza.
In ogni caso non so proprio cosa dire su Hannah. È difficile giudicare o dare un parere su una decisione così importante, ma quello che non capisco è: perché Hannah ha deciso di registrare quei nastri e colpire le coscienze dei suoi ex amici da morta? Perché non farlo da viva? Oltre non mi sento di giudicare, perché è troppo intimo e delicato l’argomento del suicidio e sono (fortunatamente) ignorante in materia.



RECENSIONE SERIE TV

La serie tv invece è tutt’altra cosa. E’ proprio come mi immaginavo il libro. Clay che ascolta i nastri e tutti gli altri che ne subiscono le conseguenze. Ogni singolo personaggio viene approfondito ed è facile capire perché si comporta in quel determinato modo o perché ha fatto quel che ha fatto. Ovviamente hanno dovuto aggiungere elementi in più, ma devo dire che hanno creato una serie tv spettacolare. Le canzoni di sottofondo sono azzeccatissime, gli attori sono grandiosi. Le scene dei flashback sono girati con un filtro dai colori caldi e le scene del presente hanno un filtro freddo. Non puoi non sentire la differenza, non puoi non guardare questa serie impassibile e non pensare a cosa si possa provare. A cose voglia dire essere una ragazza come Hannah o cosa significhi essere genitori. Un padre e una madre che hanno visto la propria figlia morta e non ne sanno il motivo. Quella ragazza che pensavano di conoscere, in realtà era una sconosciuta. All’inizio non capisci le ragioni, sembrano infantili e di poco conto, alla fine è solo il liceo, pochi anni e la vera vita comincia, cosa importa cosa pensano dei ragazzini viziati e popolari? Ma poi ai fatti se ne aggiungono altri e altri ancora, così da creare un effetto domino e la soluzione è quel drammatico epilogo. Come vorrei che il libro fosse stato proprio come la versione televisiva. In ogni caso, non vi voglio sconsigliare la lettura, ma dovete assolutamente vedere la serie tv e quei 13 episodi li divorerete e credetemi li sentirete una ad uno.

A presto
Sara ;)

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3 commenti:

  1. Che dire, io ho solo letto il libro e, per quanto mi sia piaciuto, non ho realmente capito le motivazioni per questo gesto estremo (alcune non sono cosi drammatiche, io stessa ero su tutte le lista a scuola indicata come la più brutta) o forse il disagio è così ampio che trascende le motivazioni raccontate nei nastri e comunque aveva già deciso di uccidersi... mi ha colpito come nel libro non fossero in alcun modo presenti i genitori di Hanna, forse da adolescenti, abbiamo bisogno di sentire una mamma e un papà che ci rassicura di non essere brutte, che è più importante essere simpatici, che bisogna essere buoni ma farsi rispettare...ecco, forse è stata questa la sfortuna di Hanna

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    1. Penso che non tutti reagiscono allo stesso modo alle prese in giro e Hannah era sola. Ma penso anche che stia a noi scegliere di isolarci e non parlarne con le persone. A distanza di mesi dalla lettura nemmeno io ho capito il perchè. Sui genitori hai ragione, anzi penso siano abbastanza fondamentali in quella parte della vita.

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  2. Io credo che il libro sia d'impatto senza la necessità di altro. Forse solo chi come Hannah ha vissuto sulla propria pelle la solitudine, la cattiveria della gente e la depressione può capire infondo il libro. Forse solo chi ha pensato alla propria morte come Hannah forse può entrare in empatia con lei. La depressione è una malattia e trovo superficiale la gente che dice ma mica una si può suicidare solo per questo. Come dice Hannah è una valanga che si accumula e l'effetto è devastante per chi non c'è l'ha fa. Io penso che il libro sia d'impatto per questo. È la storia di chi non c'è l'ha fa,non la scelta migliore ma semplicemente di chi non ha più la forza e il coraggio di andare avanti e decide di farla finita. Per me lì è il messaggio, non nella lista, non nelle cose che fa questa gente ad Hannah. Quindi francamente poco importante è sapere se tutti quelli che hanno sentito le registrazioni sono diventate delle brave persone, perché il punto non è quello. Perché molti non sono cattivi, sono solo degli stupidi adolescenti che fanno delle stupidate senza pensare alle conseguenze. Quindi che importa se dopo sono diventate delle brave persone, Hannah è morta, niente cambia la questione. Non ci può essere un lieto fine.

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