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11 giu 2017

Prima che sia domani di Clare Swatman - opinione

Oggi parliamo di Prima che sia domani, un libro che già dalla trama ci spinge a chiederci la fatidica domanda: “se potessi tornare indietro nel tempo, cambieresti qualcosa?”.
Zoe ha perso Ed in un incidente stradale, una mattina è uscito di casa per poi non tornare. La morte di Ed, oltre a essere tragica, l’ha fatta scuotere da un mondo di solitudine e demoralizzazione che si era creata per via della sua carriera lavorativa, della voglia di avere un figlio che non arrivava mai, da un marito che piano piano stava perdendo. Per cui alla morte di Ed, Zoe è devastata perché si è resa conto di aver perso qualcosa di davvero importante, ma non solo lui, anche i genitori, la sorella, gli amici che ha trascurato per tutto il tempo. Ecco che un giorno però si sveglia e Zoe non è più nel presente, ma nel passato. Potrà però cambiare il futuro, evitare che Ed quella maledetta mattina esca di casa e venga investito da un auto?


La prima cosa che mi è saltata all’occhio e che mi ha fatto capire che questo libro sarebbe stato frustrante leggere è stata la narrazione. Avete presente quando leggete i testi teatrali e tra una battuta e l’altra trovate le azioni che compiono i personaggi, tipo: “Tizio apre la porta, appoggia il cappotto sul tavolo e si dirige verso il divano”? Questo è più o meno il modo di narrare dell’autrice. Non ci sono approfondimenti dei pensieri, solo azioni e dialoghi. Per questo fin da subito non si crea empatia per Zoe. Non sono riuscita a condividere con lei il suo dolore.
Altra cosa alquanto strana è la reazione di Zoe al suo risveglio nel passato. Se io mi svegliassi in una stanza diversa da quella in cui dormo di solito di certo sarei confusa. Invece lei appena ha aperto gli occhi ha capito in che anno si trovava, il momento esatto e non ha battuto ciglio. Inoltre questa ragazza ha una memoria di elefante, perché ricordava ogni singola cosa accaduta quei determinati giorni e quello successo prima ancora. Io sinceramente non ricordo nemmeno cosa ho mangiato ieri a pranzo.
Zoe capisce subito che ha la possibilità di cambiare le cose, magari poi il futuro sarà diverso. E come decide di farlo? A parole. Invece di passare alle azioni, che a parer mio sono quelle che fanno la differenza, Zoe fa giusto qualche discorsetto a Ed, sperando che poi in futuro possa ricordarselo. Anche qui mi sono chiesta come è possibile che un discorso fatto a cuor leggere nel passato, possa poi essere ricordato nel futuro. Quante volte pensiamo una cosa e dopo anni ci rendiamo conto che avevamo torto o abbiamo cambiato idea?
Penso che il libro abbia del potenziale, l’argomento è molto interessante e avrebbe potuto essere sviluppato meglio. Quando una persona legge vuole sentire le stesse emozioni del personaggio, vuole capirlo e vuole chiedersi cosa farebbe al posto suo. Purtroppo qui non ci sono riuscita, ma una cosa positiva sono riuscita a trovarla, una morale, che per quanto scontata sia, non va mai dimenticata: la vita è una, parlare dei propri sentimenti non è da deboli e non bisogna dare per scontate le persone, le cose che abbiamo e i momenti che ci vengono donati.
Un’altra cosa apprezzata è la copertina: penso che rappresenti molto il libro. Dico solo questo.


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