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25 apr 2018

Storia di una famiglia perbene di Rosa Ventrella [recensione in anteprima]

Il libro di oggi si allontana dal mio solito genere di letture, preferisco sempre il romance e sottogeneri vari, ma questa volta ho provato la narrativa e... sono rimasta soddisfatta.

Storia di una famiglia perbene racconta di Maria, una bambina che già da piccola dimostra di non appartenere alla vita della Bari vecchia. Intelligente e con tanta voglia di imparare, si ritrova a vivere in una famiglia con un padre padrone, una madre remissiva, e due fratelli di cui uno scapestrato. L’unica sua certezza è Michele che col tempo diventerà più di un amico.



Appena iniziato questo libro ho sentito un’atmosfera familiare dovuta alle varie descrizioni della vita nel sud Italia, alle varie credenze e tradizioni. Una tra queste è quella di chiamare le persone con un soprannome che poi rimane per tutta la vita, Maria è conosciuta come malacarne perché ha sempre fatto di testa sua rendendola così una ragazzina col “diavolo dentro”. Michele il suo amico del cuore fa parte della famiglia dei senzasagne poiché sono una delle famiglie più disgraziate del paese. Non potrebbero stare insieme, il padre di Maria ha tassativamente vietato di essergli amico per non portarla sulla cattiva strada.
Il libro è raccontato come un grande flashback da una Maria ormai adulta, ma che guarda ai fatti come se li stesse vivendo per la prima volta. All’inizio l’ho trovato un po’ lento e faticavo a capire dove la storia volesse andare a parare, ma poi una volta che la protagonista cresce tutto si fa più interessante.
La vita di Maria non è stata facile, vivere in un paese dove le persone hanno la mentalità chiusa mentre lei è sempre un passo avanti l’hanno sempre fatta sentire inadeguata. Circondata poi da persone che per vivere facevano scelte inappropriate la sua infanzia e adolescenza è stata segnata da tragicità e momenti difficili.

Ero felice e triste. La realtà mi pareva insieme splendida e piena di insidie. Ero il frutto di una primavera ingannevole, di una stagione finta”

Michele invece era il suo faro, il suo punto fisso nella vita e anche se all’inizio non aveva una grande considerazione di lui col tempo lo ha imparato a conoscere, iniziando un’amicizia forte.
La storia con Michele non sarà però facile, tra una famiglia che vieta a Maria di frequentare Michele senzasagne e la vita dei due che a volte si incrocia e a volte viaggia su due linee parallele che sembrano non incontrarsi mai.
Ho apprezzato il fatto che la storia non si incentri solo sui due ragazzi, ma racconta tutta la vicenda sulla famiglia di Maria e qualche spezzone sulle altre famiglie di Bari. Dando così l’idea di com’era la vita allora in questi paesi che ormai sembrano essersi modernizzati.
A volte ho trovato faticoso leggere le parti in dialetto, non essendo io pugliese ho dovuto rinunciare alla comprensione di certe frasi, ma trovo che inserire nei dialoghi sia stato una scelta azzeccata per creare la giusta atmosfera.
Spero che questo libro abbia un seguito, il finale sembra suggerire questo e io sono curiosa di sapere Maria com’è oggi e come ha vissuto la sua età adulta.

Sara

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