Finalmente un libro MADE IN ITALY che parla ai giovani, è narrato da giovani, ma è sopratuttto un libro ricco di mille sfumature.
Non c'è il bianco e il nero. Il bicchiere non è tutto vuoto o tutto pieno.
No. Il bicchiere può essere colmo fino quasi a strabordare, oppure asciutto o ancora riempito a metà.
Così come i colori sono tutti diversi tra loro.
Sto parlando di Tutto il buio dei miei giorni di Silvia Ciompi.
Di questo libro non sapevo nulla: nè la trama nè avevo mai letto nulla su Wattpad.
Non conoscevo l'autrice, non sapevo che avesse vinto il premio Wattys 2017. Perciò, quando ho avuto l'opportunità di recensirlo, attratta dalla magnifica copertina, mi sono concessa la possibilità di leggerlo.
La mia domanda inziale: ma Silvia Ciompi è davvero della classe 1993?
E' bravissima!!!
Eh, sì perché Camille la protagonista, una ragazza poco più che ventenne e amante sfegatata del calcio, ma soprattutto tifosa inossidabile, ha un brutto incidente stradale.
Un incidente che le cambierà la vita per sempre costringendola a stare seduta su una sedia a rotelle.
"La verità è che anche morire richiede impegno.
Qualche volta me lo sono chiesta se morire faccia male, più male di vivere, più male di questo. Perché anche per morire ci vuole fegato, ci vuole rabbia."
Perché ho scritto la pietà?
Perché è la prima cosa a cui ho pensato. Una ragazza giovane investita che appena si riprende in ospedale, perde ogni emozione, ogni voglia di vivere e ce l'ha, seppur non ammettendolo ad alta voce,con il mondo intero. C'è l'ha con i genitori, con gli amici e forse pesino con se stessa.
Poi mi è venuta fuori la rabbia.
Ma tanta di quella rabbia, che avrei preso a schiaffi io stessa Camille e le avrei detto " Cara... vai a farti un giro in ospedale e vedi chi sta peggio di te! Muovi la tua sedia e soffermati a pensare solo per un attimo a quanto la tua vita sia un dono prezioso."
"Non piangerò, non ammetterò di essere fottutamente infelice e non per orgoglio o perché sono pazza. No, io lo so fin troppo bene cosa mi è successo. Ho avuto un incindente, non cammino più, ho quasi perso l'uso di un braccio e vaffanculo. Bene, le cose succedono, io non ce l'ho con nessuno per questo. Ha capito? Io lo so cosa mi è successo, non lo devo mica accettare. Mi sono buttata in mezzo alla strada, mi sono buttata."
E poi...
Rassegnazione - disgusto - il maiunagioia - l'infelicità e l'immancabile tristezza.
"Sei fuoco, prima mi hai fatto bruciare di rabbia, poi di adrenalina, di vita, di ormoni impazziti."
Ma tutto questo è passato nel momento esatto in cui Teschio mia fatto ricordare che le emozioni sono tutte diverse.
Un pò come quando dopo un brutto temporale esce fuori un bel sole splendente e un arcobaleno strepitoso.
Ed è così per me, ma soprattutto per Camille, che non sa, almeno non subito, che quel ragazzo da cui tutte dovrebbero stare lontane, che ha una pessima nomea, e forse, altri mille difetti, non l'ha abbandonata per un solo istante dal giorno dell'incidente.
Teschio e Camille si conoscono, si sono sempre osservati di nascosto, di sfuggita dagli spalti dello stadio, ma non si sono mai parlati prima dell'incidente.
Poi, tutto cambia... Lui diventa l'unica medicina per il cuore di Camille che piano piano riesce a ritrovare il sorriso, ad apprezzare le cose della vita.
"La guardo, lei guarda me, e ci urliamo in silenzio milioni di cose, parole contorte, domande taglienti in grado di scavarci buchi l'uno nell'altra e bugie. Gigantesche bugie."
Una gita sul terrazzo dell'ospedale, le visite notturne con i panini di Fabio e tante piccole cose, regalano a Camille quel sentimento che si chiama speranza.
Ci tengo a dire che il romanzo è costruito per essere un lungo e faticoso cammino di accettazione di se stessi, e di amore.
Camille e Teschio due anime che lentamente si innamorano, che costruiscono il loro domani; nonostante lui sia l'investitore e lei l'investita.
Quando ho inziaito a leggere il romanzo non mi aspettavo tanto... Eppure, ho dovuto fare spazio a tutte queste emozioni.
Ovviamente l'amore è il sentimento più bello, quello che ti ripaga di tutta la sofferenza iniziale. Perché in fondo, anche la più tragica delle storie è sempre circondata d'amore!
Lo stile dell'autrice è fresco, semplice molto diretto. Spesso qualche avvenimento è accomapagnato dai pensieri dei protagonisti e ciò aiuta a capire ancora meglio le loro azioni, i loro disagi e, soprattutto, le loro emozioni.
Una delle cose che mi ha sorpeso è stata l'identificazione di ogni singolo capitolo, caratterizzato dal numero di giorni in cui si trova in ospedale per poi continuare anche oltre.
Questo fa capire, che l'autrice ha voluto raccontare ogni minimo minuto di un'intera giornata, proprio per farci vivere la solitudine di Camille dall'altra, e le paure di Teschio da un'altra.
Mi sento di consigliare il romanzo a tutte quelle persone che hanno necessita di provare tante emozioni a 360° e di ricordarsi che nella vita, proprio come ama sottolineare Camille "Il meglio deve ancora venire".
Queto libro non è una favola, è la vita. Perciò preparate i fazzoletti e assaporate le parole dalle primissia fila, un pò come se foste al cinema.
Un bacio.
Ella.
A questa recensione è abbinato un giveaway.
Ringrazio fin da adesso la Sperling per avermi omaggiato di una copia cartacea che regalerò a una di voi.
IL GIVEAWAY si svolgerà solo su INSTRAGRAM; quindi ogni commento al di fuori di questa piattaforma non verrà preso in considerazione.
Sarò masochista ma adoro i romanzi del genere...lo struggimento, le lacrime, l'amore.. amo sentite tutte le sfumature trasmesse e sentirle sulla mia pelle!! Non vedo l'ora di leggerlo!!
RispondiEliminaNon sei l'unica a esserlo! ;)
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