Un
diamante. Tutto il romanzo si snoda attorno ad un piccolo diamante
rosso montato come un piercing. Il fancy vivid red del titolo non è
altro che il diamante che Ludo’ ha con sé fino al giorno della sua
morte. Ma d’altronde Ludo’ è un diamante nel suo insieme, bella,
ricca e colta, presenta mille sfaccettature che si ripresentano per
gradi nel dipanarsi della storia. Troppi ricordi, troppi segreti
avvolgono la sua figura. Neanche Filippo, suo marito nonché
gemmologo, uno che di queste pietre se ne intende riesce a carpire il
volto nascosto sotto la dura superficie che è la vita di sua moglie.
“I
viaggi ti ricordano che devi morire, che c’è un adesso e un mai
più. Puoi andare ovunque ma non puoi ritornare ovunque”.
L’autrice
riesce in qualche modo, non solo a raccontare nei dettagli la vita e
a questo punto la morte dei protagonisti, ma a dare vita a uno
spaccato di società che ci caratterizza. A spiegare come ancora
adesso la differenze tra gente ricca e gente povera sia così
abissale. Raccontarci le scelte sessualità della gente che non
riesce a dare voce ai propri sentimenti, e si rifugia in storie
sempre al limite della moralità.
Detto
questo, purtroppo il libro non scorre così velocemente nella
lettura. Mi sono ritrovata molte volte a pensare che alcune parti,
soprattutto descrittive potevano essere eliminate. Nel complesso è
un libro gradevole, ma che soggettivamente non mi ha colpito più di
tanto.
Giovanna
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