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15 nov 2018

Il gatto che scoprì il natale di Lily Hayward [recensione in anteprima]

A quasi poco più di un mese dal fantastico periodo che è il Natale, sta per uscire questo romanzo edito Newton Compton. Non vi aspettate pagine interminabili di lettura, saranno si e no 150. Ma come ben sappiamo tutti non sono le pagine a fare un libro, ma la capacità di catturare il lettore. E questo libro mi ha catturata.
Jesse Pike arriva nel cuore della Cornovaglia, in un piccolo paesino, intenta a vedere una casa. Ma Enysyule non è una casa come un’altra, è un vecchio cottage che si erge al centro di una radura piena di alberi di agrifoglio è una vecchia pietra. Miss Pike affitta il cottage, ma la clausola prevede anche la presenza di un gatto, Perrin, di cui si dovrà occupare.

Nei suoi 500 anni di storia è appartenuto a soli due famiglie. E adesso eccomi qui, una scrittrice romantica venuta dalla città che non si è mai occupata di un giardino, figuriamoci una valle intera”.


Mano mano che la storia procede vengono fuori vecchi dissapori, e Jesse si ritrova al centro di un’antica lotta per la conquista di quel posto. Due famiglie, due clan che si scontrano in continuazione, tentando in qualsiasi modo di far andare via l’affittuaria. Tutta la storia si dipana nel periodo compreso tra Halloween e il giorno di Natale. Incontreremo nuove tradizioni e ascolteremo canti del passato. Il cottage è vivo, riesce a trasmettere a Jesse ricordi delle epoche passate, attraverso sogni molto nitidi. Profumi speziati e dì agrifoglio invadono questa casetta, portandomi molto spesso a perdermi nelle pagine e attendere con ansia l’arrivo del Natale.

La canzone raggiunge il suo apice e mi rendo conto che tutto ciò che ho udito, ogni cosa conduceva proprio a questo. La melodia si affievolisce, come neve che cade leggera, la notte di Yule. Notte in cui il vecchio e il nuovo si incontrano nel fuoco del camino.”

Una piccola perla questo libro, nel mare delle innumerevoli uscite natalizie. Tutto ciò che riscalda il cuore è racchiuso qui. Sembra quasi una lunga poesia, dove ogni personaggio rappresenta una caratteristica della valle. Il cuore pulsante di tutta la storia, questa valle dilaniata nel tempo e nello spazio, che non si è mai arresa ai continui soprusi e rivendicazioni. Con un’anima tutta sua vive estranea a tutto ciò che c’è fuori. Ogni animale o uomo al suo cospetto ha paura, ogni suono è ovattato. I fantasmi del passato si sfiorano e accarezzano tentando di far rivivere ancora e ancora la loro storia. Tutto ciò controllato da un unico proprietario: Perrin, il gatto dal soffice manto nero che rivive sempre e per sempre.
GIovanna

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