Martha
e Maya, nonna e nipote. Le loro vite si inseguono e si intrecciano
per tutto il romanzo. Passando da un capitolo all’altro, attraverso
il tempo e la storia, conosciamo queste due protagoniste femminili.
Martha è una giovane tedesca che vive il periodo del terzo Reich.
Orgogliosa, bella e ribelle, in cuor suo sa che tutto quello che
Hitler definisce utile alla loro razza, in realtà è solo il
capriccio di un piccolo nanetto. Non potendo fare molto per dare un
contributo considerevole alla salvezza degli ebrei, decide almeno di
vivere contro le regole e continuare a leggere di nascosto tutti quei
libri che sono stati distrutti, perché scritti da ebrei o perché
avevano ideologie opposte a quelle del nazismo.
Ma
ritornando nel presente, cioè nel 1990, ritroviamo Martha, ormai
adulta, che per vivere costantemente giorno dopo giorno, ha le
proprie routine e le proprie manie. Tutto ciò che interrompe questo
ciclo le mette spavento. Finché un giorno non arriva una lettera,
datata 1946, scritta da suo fratello gemello Wolfang, che lei odia
con tutto il cuore. Dopo questa lettera, tutto cambia e ci ritroviamo
catapultati nel 2017. Conosciamo Maya, unica nipote di Martha, che da
lei ha ereditato gli stessi identici occhi verdi. Ma Maya rappresenta
il prototipo di persona statica, che non si muove mai, legata solo ed
esclusivamente ai suoi libri, l’unico modo che ha di viaggiare,
insieme ad una piccola mania:aprire google heart e scoprire i vari
posti nel mondo.
Nel 1990, Maya, tornata da un viaggio studi all’estero, scopre che la nonna è scomparsa. Dopo ben 26 anni senza sapere nulla, la polizia tedesca avverte Maya e il padre che i resti di sua nonna sono stati trovati a 100 km da New York, in una foresta dove erge incontrastato il resort Montgomery. Cosa ci faceva lì Martha, che non era mai uscita fuori dalla Germania? Decisa a combattere la sua paura per l’aereo, Maya prende il primo volo e parte alla ricerca di notizie. Soggiornando presso il resort, scopre ben presto che la nonna è stata uccisa e che la famiglia Montgomery nasconde ben più di un segreto.
“La Wanderlust. Il desiderio di viaggiare, era una delle cose che accomunava Maya e la nonna, insieme all’insaziabile fame di storie. E nessuna delle due era stato in grado di placare quella brama. “Leggere, me in Engel, è quanto di più simile al viaggiare possa esistere”, le diceva sempre la nonna”.
Nel 1990, Maya, tornata da un viaggio studi all’estero, scopre che la nonna è scomparsa. Dopo ben 26 anni senza sapere nulla, la polizia tedesca avverte Maya e il padre che i resti di sua nonna sono stati trovati a 100 km da New York, in una foresta dove erge incontrastato il resort Montgomery. Cosa ci faceva lì Martha, che non era mai uscita fuori dalla Germania? Decisa a combattere la sua paura per l’aereo, Maya prende il primo volo e parte alla ricerca di notizie. Soggiornando presso il resort, scopre ben presto che la nonna è stata uccisa e che la famiglia Montgomery nasconde ben più di un segreto.
Già
dalla prima pagina di questo romanzo ho compreso che lasciarlo
incompleto sarebbe stato da pazzi. Surreale, a volte quasi onirico,
il libro ha rappresentato un viaggio dentro un mondo di storie che
andrebbero spesso raccontate. Scoprire il colpevole non è stato per
nulla al primo posto nella lettura. Quello che mi teneva incollata
alle pagine è stato lo svolgersi di emozioni dentro le emozioni.
Attraverso le pagine di questo libro si concentrano personaggi fuori
dal comune, grotteschi, storie quasi al limite dell’irreale. Ma è
l’amore a farla da padrone, se ne respira il profumo in quasi tutte
le pagine. Libri così belli devono essere letti e poi custoditi non
solo nelle librerie, ma nel cuore.
Scoprire
poi che molte delle cose raccontate, soprattutto quelle storiche sono
state prese dal l’autrice dai diari di sua nonna Martha, ha reso
questo libro ancora più emozionante. Un bell’esordio, quindi per
questa scrittrice, penna delicata intrisa di grandi emozioni.
Giovanna
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