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8 giu 2019

Amore sotto lo stesso tetto di Kendall Ryan [recensione]

Amore sotto lo stesso tetto di Kendall Ryan aveva tutte le premesse per essere un ottimo libro: una trama interessante, un inizio che ti lascia col fiato sospeso davvero, ex che ritornano ma…non c’è stato quel saltino, a mio parere, che rende un buon libro un ottimo libro.
Incontriamo Max, padre single di una bambina di un anno, disperato e in cerca di una tata per la figlia. Si presenta alla sua porta Addison, la classica ragazza della porta accanto: bella, indimenticabile ma proibita. Inizia tra i due un valzer di sguardi, parole sussurrate, attrazione evidente ma che cercano entrambi di reprimere.  
 
Addison esce da una relazione troppo dolorosa e sta cercando di ritrovare sé stessa e quello che vuole fare nella vita, ha 25 anni e si sente a un punto fermo; Max ha dieci anni più di Addison e non ha mai avuto una relazione stabile, di certo non inizierà proprio con la tata della sua piccola figlia. 
Giurai a me stesso di fare tutto ciò che era in mio potere per cancellare ogni suo dubbio e assicurarmi che fosse questo il modo in cui sarei andato a dormire ogni sera. Con lei accanto. Perché altrimenti, sarebbe stata solo una vita a metà”.

Indietreggiai e la aiutai a scendere dal bancone, sentendomi bene come non mi ero mai sentito in tutta la mia vita. E se questo fosse stato amore? L’avrei accettato”.

Da questo punto del libro, quello dove dovrebbe esserci il saltino, succedono diversi incontri con ex e assistenti gelose, l’inizio di un innamoramento, il super sexy papà che cede alla tata: tutto questo avrebbe potuto portare il libro a un livello di WOW assoluto, ma così non è stato. Max e Addison vivono una conoscenza molto veloce, che sale e poi scende rovinosamente per un non nulla, per poi salire ancora. I pov alternati aiutano a capire le diverse paure e attrazioni dei personaggi ma non si è andati molto a fondo nei sentimenti di ognuno. Ci sta la paura, ci sta il timore di un qualcosa di nuovo e forte ma non si capisce come tutto questo si sia evoluto. Si capisce la “fine”, si capisce “l’inizio” ma non si capisce il “mentre” di questa relazione.
Un libro da leggere sicuramente sotto l’ombrellone e da prendere con leggerezza: niente di indimenticabile ma comunque una buona compagnia per un paio d’ore, scritto bene che però lascia un po’ l’amaro in bocca per quel qualcosa che poteva esserci e invece non c’è stato.
Chiara




Per leggera la trama QUI

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