Appena l'ho vista, complice anche il titolo, mi sono venute in mente le commedie americane anni '60.
Non so perché questa bizzarra associazione di idee, ma è così.
In effetti, un letto per due di Beth O'Leary, per trama e svolgimento, ricorda molto le storie interpretate Doris Day.
Tiffy e Leon sono due sconosciuti.
Due persone diversissime, che non si incontreranno mai se non per causa di forza maggiore: ovvero una convivenza.
Una convivenza non dettata da qualche testamento o volontà di qualche parente. Semplicemente una conviveza economica.
Entrambini vivono a Londra (una città davvero molto cara, lascitevelo dire, ci sono appena tornata) e hanno necessita, il primo di trovare un posto in cui dormire, il secondo di un coinquilino per sopprerire alle ingenti spese del monolocale.
Tiffy messa alle strette dal suo ex che le fa capire senza mezzi termini che deve andare via da casa sua dopo aver ospitata per più di tre mesi, si vede costretta ad accettare il bizzarro annuncio di Leon.
“L’appartamento e la camera/letto è da condividere con una persona di ventisette anni che lavora in una clinica di cure palliative la notte e nei fine settimana è sempre via. Occuperò l’appartamento solo dalle 9 del mattino alle 6 del pomeriggio nei giorni feriali. Il resto del tempo sarà tutto vostro! Perfetto per qualcuno che lavora in ufficio.”
Ovvero dividere un letto in due.
Sì , avete capito bene. Un letto per due. Leon per via del suo lavoro notturno come infermiere presso una clinica privata, userà il letto solo di giorno e Tiffy, solo la notte, dato che il suo lavoro di editor di libri di bricolage (tra l'altro sottopagato), le occuperà tutta la giornata.
Ed è così che entrambi conivono insieme, senza vedersi mai.
La loro relazione inizia nel momento esatto in cui viene lasciato sul frigo di casa il primo post it.
E da allora, sarà un continuo di messaggi fugaci, prima irriverenti, poi divertenti e alla fine vere e proprie conversazioni, dove i due protagonisti si racconteranno a vicenda e si faranno le loro confidenze.
Appoggio la fronte al frigo per un attimo, poi passo le dita sui bigliettini che si sono accumulati.
La parte iniziale fatica a decollare, ma nel momento in cui fa la sua entrata in scena Leon, le cose cambiano e si sorride per il loro bizzarro rapporto. Diciamoci la verità nella vita reale quanto probabilità ci sono che si possa vivere una situazione del genere?
Per una volta trovo una commedia, dove i protagonisti non devono per forza fare sesso per amarsi, e diventare amici. Lo si può essere anche senza vedersi. Credo che questo sia un ottimo messaggio, soprattutto in tempi come questi dove si dà più importanza all'apparire, piuttosto che al vivere.
E in effetti Tiffy e Leon nel loro piccolissimo appartamento vivono, senza mai vedersi, si parlano, chiacchierano di loro stessi come farebbero due fidanzati, due amici che si vogliono bene, ma non si vedono fino a quando...
Che dire?
Il romanzo è carino, delizioso e ti lascia con un dolce sorriso quando giri l'ultima pagina, ma affronta anche tematiche importanti, senza rendere la narrazione pesante o prolissia.
Fa riflettere...
Lo consiglio a chi vuole sognare a occhi aperti.
Ella
Per leggere la trama QUI
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